AREL alla Microsoft House: racconto e immagini della visita
Terzo appuntamento con #ARELONSITE 2017
Il nuovo indirizzo dell’innovazione in Italia: la Microsoft House
Racconto a cura di Barbara Pisani
Il racconto della visita
Il primo appuntamento milanese del ciclo ARELONSITE 2017 è stata la visita tecnica a “Microsoft House” a Milano, via Pasubio 21.
L’evento è stato aperto da Cristina Ferrari Bravo, il vice Presidente di AREL che, con grande commozione, ha ricordato Paola Gianasso, vice Presidente di Scenari Immobiliari e socia fondatrice di AREL, recentemente scomparsa. Tutta l’assemblea si è unita al ricordo attribuendole un caloroso applauso. Si è scelto di non rimandare questa visita per omaggiare l’impegno e la professionalità di Paola, esempio per tutte le socie.
Il vice Presidente ha proseguito spiegando che la location “centrale” e i due player coinvolti, Microsoft e Feltrinelli, hanno portato AREL a scegliere questo immobile come prima visita per Milano.
Hanno presentato questa operazione:
- Paola Cavallero, Direttore Generale di Microsoft Italia
- Anna Milella, Real Estate Development Manager Finaval (Gruppo Feltrinelli)
- Cristiano Rossetto, Fund Manager COIMA SGR
- Alessandro Adamo, Director DEGW e Partner Lombardini22.
Il Direttore Generale di Microsoft, Paola Cavallero, ha sottolineato quali sono stati i due driver che hanno portato ad individuare in questo immobile la sede di Microsoft: “un’architettura innovativa” e “l’apertura al pubblico”. Microsoft non era alla ricerca di una location più bella (quella di Peschiera Borromeo lo era già), ma voleva trovare una sede in grado di rappresentare “il nuovo indirizzo dell’Innovazione in Italia”. Una sede che esprimesse questo cambiamento e sottolineasse la sua apertura al pubblico. Tutto ciò partendo dalla sua architettura e dalla sua location.
Via Pasubio (area compresa tra i viali Pasubio e Crispi) era perfetta: da un lato le mura spagnole (quindi la storia) e dall'altro l'innovazione (il digitale e la tecnologia, rappresentato dallo sviluppo di Porta Nuova). L'architettura doveva poi essere in assonanza con il prodotto di design ma nello stesso tempo essere semplice: "una casa che sembrasse disegnata dalla mano di un bambino", una casa che con la sua semplicità, la sua trasparenza, fosse in grado di aprirsi al contesto in cui si inserisce ed iniziare a dialogare, in osmosi, con lo spazio che lo circonda. Un luogo di confronto per aziende e cittadini sulle opportunità offerte dal digitale, un hub per i giovani che vogliono sviluppare l'innovazione in Italia e un laboratorio per tutti dove sperimentare il futuro per la crescita economica e sociale del nostro Paese. Il primo edificio italiano progettato da Herzog de Meuron, con le sue vetrate, la struttura in cemento armato, con il disegno semplice ma con la complessità degli impianti è quindi risultato di grande gradimento a Microsoft.
Il secondo intervento è affidato ad Anna Milella, architetto del gruppo Feltrinelli.
Partendo dal racconto della “storia” di questo luogo (dapprima deposito di legnami costruito da Carlo Feltrinelli poi sede del vivaio Ingegnoli) l’architetto ci spiega che l’intento della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, istituita a Milano nel 1949, è stato quello di proporsi non solo come uno dei principali laboratori a livello nazionale di programmi e di politiche culturali di respiro internazionale, ma anche quello di diventare un centro di aggregazione culturale della comunità urbana milanese. Un centro per tutti i cittadini e non solo per quelli residenti in zona anche attraverso la realizzazione di un’ampia area verde pubblica con boulevard e piste ciclabili. Il desiderio era quello di raccogliere tutti i documenti in uno spazio aperto alla città creando un nuovo polo culturale attivo e in movimento, aperto e flessibile, semplice ma funzionante come un “orologio svizzero”.
Tutto ciò si è espresso nell’edificio di Herzog de Meuron, caratterizzato strutturalmente da due elementi principali quali i pilastri in cemento con doppia inclinazione che all’ultimo piano si uniscono nella cuspide alta 12 metri, e dalle vetrate. Alla semplicità del disegno si contrappone l’altissima efficienza tecnica dell’edificio.
L’efficienza degli impianti tecnologici e del building viene sottolineata anche da Cristiano Rossetto, Property Manager di Coima SGR, che ha seguito lo sviluppo e che gestisce l’immobile.
Quarto ospite è Alessandro Adamo, Partner Lombardini22 e Director DEGW.
L’interior design di DEGW è stato condotto secondo le linee guida internazionali di Microsoft in un progetto votato alla valorizzazione del meglio del made in Italy. L’edificio si sviluppa su 6 piani fuori terra. I piani terra e primo sono dedicati alla Customer Area aperta al pubblico con showcase dei prodotti e sono collegati da una imponente scala centrale circolare. Dal secondo al quinto, i piani sono riservati ai dipendenti e collaboratori dell’azienda. DEGW ha sviluppato l’architettura d’interni mantenendo come priorità il gusto italiano del design, degli arredi e dei complementi, creando un ambiente caldo, accogliente, con materiali naturali come il legno.
I 7.500 metri quadrati della sede Microsoft sono stati concepiti secondo un’organizzazione libera e fluida. Le aree di lavoro open space non prevedono alcuna postazione dedicata: ogni persona si muove negli spazi a seconda delle necessità.
Sui piani operativi, le postazioni non assegnate in open space sono differenziate nella forma e nell’estetica, in base alle funzioni e necessità: aree in condivisione e più riservate per creare uno spazio di lavoro senza monotonia, che stimola la creatività e l’interazione. Le aree operative sono state differenziate per tipologia di lavoro con un particolare design dei cluster e delle finiture degli arredi e dei pavimenti. Elementi diversi creano sottoaree per conciliare la trasparenza degli spazi con un’ottima performance acustica e ambientale. Dalla descrizione degli spazi e del concept che Adamo ha spiegato in pochi minuti lasciando molta curiosità si è passati attraverso la visita tecnica a passeggiare e fruire in prima persona delle postazioni.
Si è quindi potuto vedere:
- Le “Smart Platform” posizionate all’interno di strutture di metallo, chiuse da pannelli acustici e lavagne scorrevoli, sono pensate per impegni che richiedono particolare concentrazione.
- Le “Creative Garden” ovvero zone riservate e acusticamente performanti, pensate per attività di collaborazione e brainstorming; sono facilmente riconoscibili perché incorniciate da leggere strutture di legno, impreziosite di verde e piante.
- Gli “Atelier”, di fronte agli sbarchi ascensori ai piani secondo e terzo, sono le più intime e raccolte e rappresentano il concetto del lavoro artigianale: sono quindi realizzate con prodotti su misura.
- I “Social Hub” dove le persone si possono incontrare, fare riunioni informali con monitor a parete o piccoli break con i colleghi. Sport, città, natura sono i temi che danno il mood e il tono ai Social Hub, personalizzati
- “The Loft”, si presenta come vera e propria casa nella casa. Posizionato al quinto piano, lo spazio The Loft è di 500 mq a tripla altezza, ha una vista esclusiva sulla città ed è composto da una sala con tavolo riunione da 16 persone, una cucina e uno spazio informale/relax arredato con divani e dotato di schermo.
- Infine, le “Smart Flowers”, aree sono presenti solo al quinto piano, sono postazioni organiche adatte a un lavoro di tipo individuale e di concentrazione. I “Garden Tables”, sono aree circolari arricchite da piante al centro che consentono sia il lavoro individuale sia di team (in questo caso le piante possono essere abbassate per creare un unico tavolo tondo da riunione).
Un ringraziamento a tutte le socie e ai partecipanti (ben 120 presenze), a chi ci ha ospitato, agli sponsor e agli enti patrocinatori e ……arrivederci alla prossima visita.
Stay tuned!